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Che cos’è l’affido familiare?

L’affido è un’esperienza di solidale accoglienza. Si pone l’obiettivo di garantire a un bambino/ragazzo, che versa in una situazione di temporaneo pregiudizio o difficoltà, una famiglia (singolo) accogliente all’interno della quale, per un tempo variabile, il minorenne stesso possa ricevere educazione, cura, affetto, stimoli mantenendo i rapporti con la propria famiglia d’origine.
Un’esperienza molto differente dall’adozione, seguita da Servizi in parte diversi.

Perché si ricorre all’affido familiare?

Si ricorre all’affido familiare quando i genitori si trovano in grandi momenti di difficoltà personali, relazionali, di coppia, sanitarie… Tali da non riuscire a far fronte da soli ai bisogni di crescita ed educativi dei loro figli. L’affido pertanto è un aiuto sia per il bambino, che viene aiutato nella sua crescita, sia la famiglia d’origine, affinché questa possa superare o migliorare, in un arco di tempo definito, le sue difficoltà.

Chi dispone l’affido?

Il Servizio Sociale comunale e il Servizio Tutela Minori possono disporre l’affido di un bambino con il consenso dei genitori, chiedendo la ratifica del progetto al Giudice Tutelare. In assenza del consenso dei genitori, l’affido viene disposto dal Tribunale per i Minorenni che incarica i Servizi preposti di individuare una famiglia idonea per il minorenne.

Chi sono i bambini/ragazzi che vanno in affido?

Sono bambini e ragazzi italiani e stranieri, da pochi mesi fino ai 18 anni. In alcuni casi l’affido può durare anche fino ai 21 anni del ragazzo.

I bambini/ragazzi in affido familiare sono assicurati? Posso iscriverli nel mio stato di famiglia?

La Regione Lombardia attiva una polizza assicurativa (assicurazione infortuni e responsabilità civile) per ciascun minore in affido e non ha costi per chi accoglie.
Generalmente i minorenni in affido non variano la propria residenza anagrafica; in affidi a lungo termine è possibile che i Servizi preposti possano valutare se sia o meno opportuno stante la situazione specifica.

Con un bambino in affido posso andare all’estero?

L’espatrio dipende da una serie di elementi (la nazionalità e l’età del bambino/ragazzo, la reperibilità dei genitori…) e chiunque non sia genitore di un minorenne deve seguire una procedura definita dalla Polizia di Stato per espatriare. Pertanto è necessario confrontarsi con il Servizio Affidi e il Servizio che ha in carico il minorenne per capirne la fattibilità e i tempi. In ogni caso è necessario programmare il viaggio con qualche mese di anticipo, così da poter raccogliere documentazione e firme necessarie.

Quanti tipi di affidi esistono?

L’affido può essere a tempo pieno o a tempo parziale (ovvero in alcuni momenti della settimana, con o senza pernottamento). Ciascun progetto di affido è personalizzato e formalizzato con un documento scritto e tiene conto delle specifiche esigenze del minorenne ed è strutturato a partire dai suoi bisogni e da quelli dei suoi genitori.

Cos’è la prossimità familiare?

La prossimità familiare raggruppa diverse forme di accoglienza più “leggere” in termini di impegno settimanale e di obiettivi dell’aiuto che una famiglia dà a un bambino e ai suoi genitori. A differenza dell’affido, chi dà disponibilità per la prossimità è un volontario e può aiutare accogliendo un bambino/ragazzo ma anche supportando su compiti definiti la sua famiglia, in temporanea difficoltà.

Che differenza c’è tra affido part time e prossimità familiare?

L’affido part time è svolto da una famiglia affidataria, generalmente l’accoglienza di un bambino non è inferiore a due momenti durante l’intera settimana e la famiglia d’origine ha una situazione di fragilità sia pratico-organizzativa sia relazionale e necessita di un parziale aiuto negli aspetti educativi verso il proprio figlio.

La prossimità familiare è svolta da una famiglia volontaria, l’accoglienza di un minorenne può essere anche per un momento della settimana o del mese e il supporto può riguardare sia adulti sia bambini/ragazzi che stanno vivendo una temporanea fragilità (es. trasferimento da un Comune all’altro e mancanza di rete parentale, di amicizie e di vicinato, scarsa conoscenza del funzionamento dei Servizi del territorio…)

Quanto dura l’affido? Quando termina?

L’affido dura il tempo necessario affinché si realizzi un cambiamento positivo rispetto alle difficoltà della famiglia di origine. Dopodiché, con gradualità, il bambino/ragazzo rientra presso la sua famiglia d’origine o si interrompe l’affido a tempo parziale.

La legge italiana prevede che il progetto di affido abbia una durata di due anni, che può essere prorogata in caso ci sia la necessità di continuare ad aiutare il minorenne e la sua famiglia.

Chi può accogliere un bambino in affido?

Coppie coniugate o conviventi, con o senza figli, e persone singole, senza limiti di età.

Non vi sono vincoli di età rispetto all’età del bambino accolto, né di reddito della famiglia affidataria.

Possono diventare affidatari anche i parenti del minorenne (affido intrafamiliare).

In base al tipo di progetto i Servizi preposti valutano il miglior abbinamento possibile a beneficio di un minorenne.

Qual è il percorso da seguire per diventare famiglia affidataria?

Si inizia con un percorso informativo e formativo di alcuni incontri, che permette a ciascun partecipante di comprendere da vicino il mondo dell’affido e dell’accoglienza. Gli incontri non vincolano alla prosecuzione del percorso ma sono un’occasione per approfondire le tematiche.

A seguire, sono previsti dei colloqui di conoscenza e valutazione tra cui una visita domiciliare e un colloquio di restituzione finale del percorso fatto. I colloqui sono personalizzati per ogni nucleo e finalizzati a favorire nella coppia/persona singola, una riflessione concreta condivisa con gli operatori sulla disponibilità e sulle risorse personali e familiari.

Nel caso di famiglie con figli, questi sono conosciuti di solito dagli operatori in occasione della visita domiciliare. L’attenzione particolare che viene dedicata ai figli, con modalità diverse rispetto alla loro età, permette a loro di comprendere meglio la complessità dell’affido e agli operatori di accogliere le loro emozioni e i loro pensieri sul progetto pensato dai genitori.

Quali sono i compiti della famiglia affidataria?

Gli affidatari devono provvedere alla cura, al mantenimento, all’educazione ed all’istruzione del minorenne in collaborazione con i Servizi Sociali, tenendo conto, ove è possibile, delle indicazioni dei genitori.

Per il buon esito dell’affido, agli affidatari è richiesto di mantenere viva la relazione tra il minorenne e la sua famiglia, di avere un comportamento collaborativo sia con la famiglia d’origine del bambino sia con gli operatori che lavorano sul progetto d’affido e di garantire riservatezza sulla storia del minorenne e della sua famiglia.

Che supporto è offerto alle famiglie affidatarie?

Il Servizio Affidi si occupa di accompagnare con regolarità le famiglie per tutta la durata del progetto di affido, assicurando un supporto mirato in casi di difficoltà e nelle fasi più delicate (ad es. inizio e conclusione dell’accoglienza). Le famiglie affidatarie incontrano gli operatori del Servizio Affidi per colloqui periodici (in presenza e da remoto) e generalmente partecipano mensilmente al gruppo di sostegno insieme alle altre famiglie che stanno vivendo o hanno vissuto un’esperienza di accoglienza.

Alle famiglie affidatarie è garantito un supporto economico mensile, una copertura assicurativa e specifici aiuti disposti dalla vigente legislazione (congedi parentali di diversa tipologia, dote scuola…).

Potrebbero esserci poi altre facilitazioni legate alla singola amministrazione comunale.

Quando si conclude l’affido potrò vedere il bambino/ragazzo?

La conclusione di un’esperienza di affido viene accompagnata da parte del Servizio Affidi e degli altri Servizi coinvolti per sostenere i protagonisti a separarsi positivamente e con gradualità e per dare significato e valore all’esperienza vissuta.

Il Servizio Affidi lavora con gli altri Servizi coinvolti affinché si riesca a mantenere una continuità degli affetti tra minorenne e famiglia affidataria.

Come operano i Servizi Affidi della nostra Cooperativa?

I Servizi Affidi sono composti da un’équipe tecnica multidisciplinare, ovvero almeno una psicologa, un’assistente sociale e una pedagogista per ciascun Servizio.

Una delle attenzioni principali dei Servizi Affidi è far sentire sostenuta e ascoltata la famiglia affidataria durante il percorso di affido. L’équipe tecnica definisce con la famiglia un percorso individualizzato di colloqui concordando tempi e orari di incontro sin dalle fasi di conoscenza, talvolta anche al domicilio. Inoltre le operatrici cercano di favorire la comunicazione con la famiglia anche a distanza, con incontri da remoto, telefonate o via email. In particolari periodi dell’affido come l’avvio, la conclusione o momenti di “crisi”, i colloqui al bisogno possono essere più ravvicinati. Gli affidatari possono altresì contare su una reperibilità telefonica per emergenze.

Le operatrici accompagnano le famiglie anche sostenendole nei rapporti con la famiglia d’origine del minorenne e coi Servizi che li seguono (Servizio Sociale comunale, Tutela Minori…).

Fondamentale è favorire il crearsi di alleanze tra famiglie, affinchè diventi un “sostenersi alla pari”: i Servizi Affidi promuovono la partecipazione delle famiglie accoglienti al gruppo di sostegno mensile (facilitato da nostri operatori) e alle altre occasioni informali di ritrovo e condivisione (feste, pranzi…).

Come e con che tempi si avvia l'affido?

Terminato il percorso di conoscenza approfondita la famiglia diventa risorsa del Servizio Affidi.

Per l’avvio concreto del percorso di accoglienza i tempi variano a seconda dei bisogni che i Servizi Sociali del territorio raccolgono, segnalando al Servizio Affidi i minorenni che necessitano di un progetto di sostegno e aiuto.

La proposta di abbinamento famiglia-bambino viene condivisa con il Servizi Sociali di residenza del minorenne con i quali si lavora in modo costante ed integrato, declinando il progetto d’affido con particolare riferimento a obiettivi, tempi e modalità anche relativamente agli incontri con le famiglie d’origine o, in caso di affido part time, definendo i giorni di affido. Viene sottoscritto da tutte le parti coinvolte un documento scritto, il patto d’affido, in un incontro congiunto.

I progetti d’affido generalmente prevedono un periodo di conoscenza e inserimento graduale del bambino/ragazzo in famiglia affidataria, ma possono essere attivati anche in modalità di urgenza per situazioni particolari.

Chi tiene i rapporti con la scuola? Posso portarlo dal pediatra? E se succede qualcosa? Posso andare in vacanza? Può frequentare un’attività e chi la sceglie?

Generalmente gli affidatari a tempo pieno possono occuparsi di tutto ciò che riguarda l’ordinaria e quotidiana amministrazione, mentre aspetti del bambino da gestire più straordinari vengono demandati ai genitori o ai Servizi che hanno la responsabilità genitoriale o la tutela (a livello legale) del minorenne.

Poiché però ciascuna situazione di affido è specifica, anche in base a ciò che il giudice può disporre, è importante non generalizzare troppo e portare dubbi e domande alle operatrici dei Servizi Affidi o dei Servizi che seguono il bambino e la sua famiglia.

Cosa devo fare per avere informazioni e rendermi disponibile ad approfondire l’argomento?

Puoi contattare il Centro per l’Affido Crescendo della nostra Cooperativa al numero 340 9835834 o all’indirizzo email affido@lagrandecasa.it

Le operatrici presenti ti sapranno dare indicazioni sulla sede più vicina a casa tua, oppure puoi consultare qui all’interno del nostro sito la sezione CONTATTI e cercare quello più vicino a te!

Ricorda che nell’affido non ci sono vincoli rispetto al tuo Comune di residenza … puoi informarti dove vuoi!